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Come rassegnare le dimissioni con professionalità

Rassegnare le dimissioni

La scelta di rassegnare le dimissioni, di volta in volta, può essere dolorosa, obbligata o serena. L’ordinamento italiano definisce le dimissioni come l’atto tramite il quale un lavoratore dipendente recede dal contratto con il quale è vincolato al proprio datore di lavoro in maniera unilaterale.

Al di là di quel che prevede la legge, comunque, può essere utile tenere conto di alcuni accorgimenti che potranno servire al momento di dare le dimissioni. Una delle parole d’ordine, per esempio, deve essere “riservatezza“: dopo che la decisione di lasciare il lavoro è stata presa, è bene tenerla per sé, o comunque comunicarla al minor numero possibile di persone; è importante che ai superiori non giungano voci né indiscrezioni, perché mai come in questo caso è valido il modo di dire per cui conoscere è potere.

Ma la scelta di mantenere il silenzio con i propri colleghi può avere anche altre ragioni: per esempio, nel caso in cui l’azienda ritenesse il dimissionario un elemento molto importante del proprio organico, potrebbe proporre un aumento dello stipendio o una promozione, che potrebbe far cambiare idea al dipendente. Chiaramente, in una situazione del genere l’avere già annunciato a tutti i propri colleghi l’intenzione di andare via potrebbe essere fonte di imbarazzo, se non addirittura rivelarsi controproducente.

In qualsiasi caso, è opportuno individuare il modo migliore per comunicare le proprie dimissioni a tutto lo staff: che lo si faccia con una nota personale o con un messaggio di posta elettronica, quello che conta è che l’azione intrapresa sia scelta in accordo con il proprio capo.

Ovviamente, rassegnare le dimissioni non vuol dire venire meno alla propria professionalità: ciò significa, per esempio, che tutte le pratiche ancora in sospeso o tutti i lavori incompleti dovrebbero essere portati a termine. Si tratta, per altro, di una questione di rispetto, non solo nei confronti dei propri superiori, ma anche verso i propri colleghi, che non potranno che apprezzare un comportamento simile.

Un’altra idea da tenere in considerazione è quella di stabilire delle linee guida da consegnare alla persona che verrà assunta in seguito. Tutti i documenti dovranno essere catalogati e messi in ordine (anche per evitare di essere chiamati dai colleghi in cerca di aiuto dopo aver smesso di lavorare).

Il momento della redazione della lettera di dimissioni, ad ogni modo, è alquanto delicato: è bene evitare di essere sprezzanti e al tempo stesso di risultare troppo scortesi. Non bisogna mai troncare i rapporti in maniera netta, anche perché in un futuro – il destino è bizzarro – potrebbe capitare di avere la necessità di riallacciare i contatti o comunque di avere a che fare di nuovo con gli ex superiori e gli ex colleghi.

I buoni rapporti sono fondamentali, e mettere in mostra il proprio rancore – ammesso che ve ne sia – non può portare a niente di buono. Cortesia e cordialità sono caratteristiche che non devono mai mancare: in un certo senso, la pillola deve essere addolcita. Ciò non toglie che, si è sicuri di voler andare via, sia indispensabile precisare che le dimissioni sono irrevocabili e definitive.

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