Come si reagisce ai rimproveri del capo? Ogni volta che si viene ripresi da un dirigente, la sensazione di mortificazione che ne deriva non è certo delle più piacevoli. Il primo istinto, nella maggior parte dei casi, è quello di rispondere, magari alzando la voce: ovviamente, non c’è niente di più sbagliato.
Occorre essere in grado di trattenere gli impulsi ed evitare di rispondere a tono: il che non vuol dire, naturalmente, rinunciare a presentare e a portare avanti le proprie ragioni, ma semplicemente adottare il comportamento più giusto a seconda delle circostanze. Il suggerimento più importante da tenere a mente, quindi, è quello di rimanere calmi e di ascoltare ciò che viene detto con serenità, per poi rispondere solo dopo avere analizzato la situazione.
Non solo, un atteggiamento apprezzabile è quello di chi riesce a trovare il positivo anche nel negativo. Si riceve una critica? Bene, questa è l’occasione giusta per imparare dai propri errori e scoprire se, effettivamente, ci si è sempre comportati in modo corretto. Quando si subisce un rimprovero dal proprio capo, è fondamentale non assorbire la negatività ma respingerla: o meglio, assimilarla per convertirla. Perché non estrapolare dei consigli da ciò che viene detto dai superiori?
Altrettanto utile è ammettere che si è sbagliato senza problemi o che, comunque, esiste la possibilità che si sbagli. Tale confessione deve essere effettuata per prima cosa personalmente, e solo in un secondo momento davanti al capo o ai colleghi. L’imperfezione fa parte degli esseri umani: certo, ciò non vuol dire che si sia legittimati a sbagliare sempre, ma semplicemente che nessuno è impeccabile, ed è opportuno lavorare sempre per cercare di migliorarsi.
Un altro consiglio utile può essere quello di studiare e conoscere le abitudini del proprio capo, in maniera tale da essere in grado di prevedere quali comportamenti potrebbe tenere. Parlare di bon ton sul lavoro non è sbagliato né esagerato, ed è essenziale imparare a reagire ai rimproveri del capo, soprattutto se si ha a che fare con un superiore un po’ fumantino che tende spesso a “perdere la brocca”. Ovviamente sentirsi al centro dell’attenzione e magari essere additati come un esempio negativo da non seguire è tutt’altro che gradevole, ma è bene dimostrare di essere professionali anche da questo punto di vista.
In conclusione, devono assolutamente essere messe al bando le risposte acide e tutte le conversazioni che esulano dal lavoro per toccare la sfera personale e privata. Inoltre, non è detto che un rimprovero debba per forza di cose essere accolto come un evento negativo: anzi, quel che conta è acquisire la capacità di trasformare anche un’occasione di questo tipo in un’opportunità di crescita.
Per spiazzare e sorprendere il capo più arrabbiato e irascibile non c’è niente di meglio che dimostrarsi comprensivi e aperti a confessare i propri errori, disponibili a riconoscere le proprie debolezze e desiderosi di migliorare. Non prima di avere spiegato le proprie ragioni, ovviamente, ma – al tempo stesso – cercando di non dare mai torto in maniera esplicita al proprio superiore: soprattutto se si è consapevoli del suo carattere permaloso o, ancora peggio, vendicativo.