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Difendersi dalle molestie sessuali sul luogo di lavoro

Molestie sessuali al lavoro

Come si possono riconoscere le molestie sessuali in ufficio e, più in generale, sul luogo di lavoro? Il Decreto Legislativo numero 198 del 2006, definito Codice delle Pari Opportunità, identifica come molestie l’insieme di comportamenti indesiderati che vengono attuati per motivazioni che hanno a che fare con il sesso e che hanno l’effetto o lo scopo di violare oppure ledere la dignità di un dipendente generando un clima degradante, ostile, intimidatorio, offensivo o umiliante.

Vale la pena di precisare che, ovviamente, le molestie possono provenire da un uomo nei confronti di una donna, da una donna nei confronti di un uomo, da una donna nei confronti di una donna e da un uomo nei confronti di un uomo. Insomma, al di là del classico caso – un po’ stereotipato – del dirigente che ci prova con la sua sottoposta, la varietà di circostanze possibili è molto ampia.

Lo stesso Codice delle Pari Opportunità, poi, procede a individuare le molestie sessuali vere e proprie, da intendersi come tutti quei comportamenti che sono fondati sull’appartenenza di genere o che sono esplicitamente di carattere sessuale e che offendono la dignità di una delle parti risultando indesiderati.

Premettendo che le molestie sul luogo di lavoro, per essere considerate tali, possono avvenire non solo durante l’orario di lavoro ma anche nel corso di eventi aziendali, esse si palesano sotto forma di atti, di gesti e di parole differenti: può trattarsi della presentazione di materiale pornografico in ufficio, di un contatto fisico non desiderato, di commenti equivoci sull’aspetto fisico di una persona, di insinuazioni, di barzellette che hanno a che fare con l’orientamento sessuale e il comportamento altrui.

Nel momento in cui ci si trova coinvolti, proprio malgrado, in questo tipo di situazione, la prima cosa da fare è manifestare ed esprimere chiaramente che l’attenzione di cui si è oggetto non è gradita. Nel caso in cui eventi di tale genere dovessero ripetersi, si possono adottare misure differenti: per esempio rivolgendosi alla Consigliera di Parità competente o ai sindacati, se si lavora in un ente privato; o rivolgendosi alla Consigliera di Fiducia o al Comitato Unico di Garanzia, se si lavora in un ente pubblico. La molestia sessuale – è sempre opportuno tenerlo a mente – è unilaterale, ed è in grado di provocare una situazione di malessere sul posto di lavoro: è foriera di rabbia e ansia, ma anche di disagi psicologici e di danni che potrebbero riflettersi sulla vita lavorativa e personale della vittima.

In qualunque caso, chi subisce una molestia non dovrebbe cercare di minimizzare il fatto e tanto meno di nasconderlo, magari per vergogna o per paura di ritorsioni. Allo stesso tempo, è importante evitare di sentirsi responsabili di quello che è successo e di pensare che si possa non essere creduti.

Le molestie, in qualsiasi forma si presentino, non vanno affrontate in solitudine: per questo motivo è sempre consigliabile coinvolgere altre persone, che si tratti di colleghi o di superiori, ma anche di organizzazioni sindacali o di organismi di parità attivi sul posto di lavoro in cui si è impegnati.

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