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Puntine da disegno, un articolo di cancelleria ultracentenario!

Puntine

Prima che fosse inventato il nastro adesivo in carta c’era un unico modo per attaccare fogli di dimensioni variabili a superfici come sughero, legno, eccetera: le puntine! Questo utilissimo strumento ha ormai più di 100 anni anche se ci sono voci discordanti riguardo l’anno in cui furono inventate e la persona che per prima ebbe l’idea.

La puntina consente di bloccare fogli su superfici verticali, lavagne, bacheche, tecnigrafi e quindi è largamente utilizzata in tutti gli uffici ed in particolare in quegli ambienti dove si ha a che fare giornalmente con disegni artistici/tecnici e tavole come gli studi di architettura e di design ed i laboratori di pittura. Grazie alla testa larga e piatta è semplice per tutti riuscire a spingerla senza farsi male.

Come già accennato, il grande successo delle puntine da disegno si sta riducendo negli anni in favore del più versatile nastro adesivo di carta. Questa variante del nastro adesivo classico consente di tenere fissati i fogli su tutte quelle superfici per cui erano utilizzate le puntine ma anche su molte altre (anche quelle più solide) non avendo necessità di penetrare. Inoltre il nastro adesivo di carta non rovina i fogli (come può accadere con il nastro adesivo tradizionale) e non li buca (come avviene con le puntine).

Tipologie di puntine

Le tipologie di puntine esistenti più utilizzate sono essenzialmente quattro:

  • Puntina “originale”: dischetto metallico in cui viene ritagliata una V per definire la punta che va a conficcarsi nella superficie di legno o sughero. Il difetto di questo modello è che se la pressione viene esercitata non perpendicolarmente rispetto al disco la punta spesso si piega.
  • Puntina da disegno: simile al modello precedente, prevede tre punte a V esterne di dimensioni inferiori a quelle della versione con punta unica centrale. Ha sostituito la versione precedente per l’affrancamento dei disegni in quanto lasciava 3 fori di dimensioni notevolmente inferiori e quindi meno visibili sulle tavole.
  • Puntina in ottone: dischetto bombato con punta in ottone di sezione circolare saldata direttamente alla testa. Spesso le case produttrici rivestono la testa con un foglio colorato di plastica.
  • Puntina con testa in plastica: in questo caso la testa, di dimensioni decisamente maggiori rispetto agli altri modelli, è realizzata per garantire una maggiore presa. Questo particolare tipo di puntina è indicato in caso di riposizionamento frequente della stessa. A differenza delle 3 precedenti tipologie che devono essere rimosse utilizzando un tagliacarte oppure un coltello, questo modello può essere rimosso velocemente a mano.
  • Storia della puntina

    Come dicevamo in apertura la storia della puntina non è ben definita.

    Secondo alcuni la creazione delle puntine da disegno è da attribuire a Heinrich Sachs, ingegnere austriaco, che nel 1888 ideò la puntina metallica che tutti conosciamo. La semplicità del design e della realizzazione diedero un successo importante a questa particolare tipologia.

    Tra gli storici tuttavia esiste chi conferisce la paternità dell’invenzione delle puntine a Edwin Moore che nel 1900 a Newark nel New Jersey fondò la Moore Push Pin Company.

    Esiste infine chi ritiene che l’inventore delle puntine sia Johann Kirsten, orologiaio di Lychen in Germaina, che tra il 1902 ed il 1903 vendette i diritti ad Arthur Lindstedt che nel 1904 ottenne il brevetto.

    Indipendentemente da chi sia/siano il/gli inventori delle puntine, è evidente come il successo delle puntine sia destinato a durare ancora a lungo nonostante la disponibilità di strumenti più moderni che in alcuni casi le hanno sostituite.

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