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Software open source in ufficio: pro e contro

Il software open source in ufficio sta guadagnando sempre più fette di mercato tanto è vero che anche gli enti pubblici in Italia ed in Europa stanno passando i propri sistemi informatici da soluzioni (OS e software) proprietarie verso quelle open source. Bisogna però fare un po’ di chiarezza per evitare incomprensione circa le definizioni utilizzate. Un software open source non è solamente un software distribuito gratuitamente. È un software che ha alle spalle una filosofia ben definita che si fonda sulla collaborazione per lo sviluppo di soluzioni avanzate.

Un software open source infatti viene rilasciato comprensivo di codici sorgenti in modo che, chiunque voglia, possa analizzare il codice scritto da altri sviluppatori, modificarlo e distribuirlo nuovamente secondo le regole definite nella General Public License (GPL) che assicurano la proprietà intellettuale.

I principali applicativi open source (ovvero quelli maggiormente conosciuti) sono relativi a diversi ambiti:

  • sistemi operativi (Linux);
  • applicativi per ufficio (LibreOffice, Mozilla Thunderbird);
  • applicazioni web (Apache, Tomcat);
  • software per la gestione di siti web;
  • software per la virtualizzazione dei server;
  • applicativi gestionali;
  • software di controllo in ambito automazione industriale;
  • sistemi di supporto alle decisioni.

L’open source si fonda su un modello di sviluppo, debug, test e studio che deve essere rispettato da chiunque voglia collaborare. Non c’è un’unica azienda che sviluppa l’intero pacchetto software ma una grande comunità di developer ed utenti uniti dalla voglia di realizzare software di alto livello e soprattutto libero.

Il passaggio da software proprietari a soluzioni open source non è però sempre facile e consigliato. Ci sono pro e contro da valutare con attenzione per evitare problematiche relative all’investimento di risorse in soluzioni che non rappresentano la scelta migliore in un determinato ambito.

I pro

  • Maggiore sicurezza grazie alla disponibilità del codice sorgente: in questo modo è possibile capire nel dettaglio come un software opera;
  • possibilità di apportare modifiche in modo del tutto indipendente per inserire funzioni personalizzate nella versione rilasciata inizialmente;
  • disponibilità di una grande mole di documentazione tecnica completamente gratuita rilasciata da sviluppatori e utenti;
  • azzeramento dei costi delle licenze;
  • abbattimento dei costi di manutenzione;
  • grande spinta alle dinamiche di trasferimento della conoscenza.

I contro

  • Offerta dei software open source in continua crescita con conseguente intasamento del settore;
  • difficoltà di scelta tra le diverse e fin troppo numerose soluzioni disponibili (in particolar modo per le realtà medio-piccole);
  • ambiente open source particolarmente tecnico e non adatto ai non addetti ai lavori;
  • difficoltà maggiori per l’installazione e l’uso degli applicativi;
  • competenze informatiche in azienda spesso insufficienti per affrontare le problematiche relative a scelta e gestione di soluzioni open source.

Nel vostro ufficio che tipo di soluzioni avete adottato? Proprietarie oppure open source?

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