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Mobbing: etimologia e significato del termine

Sempre più spesso in Italia e in Europa, quando si parla di diritti dei lavoratori, si affronta l’argomento mobbing. Spesso però si fa confusione a riguardo per il fatto che questo termine assume significati molto diversi in funzione dell’ambito a cui viene applicato e, soprattutto, in funzione della nazione in cui il termine è utilizzato.

Da dove arriva il termine

Il termine “mobbing” venne introdotto negli anni ’70 da Konrad Lorenz, un etologo austriaco. L’obiettivo dello studioso era quello di identificare con una sola parola tutti quei comportamenti portati avanti da uno o più membri di un gruppo nei confronti di un individuo in particolare (come ad esempio gli uccelli che vogliono allontanare un componente dello stormo).

L’utilizzo di questo termine per indicare una condizione di persecuzione psicologica sull’ambiente di lavoro è da attribuire allo psicologo svedese Heinz Leymann che lo definì come

“una comunicazione ostile e non etica diretta in maniera sistematica da parte di uno o più individui generalmente contro un singolo che è progressivamente spinto in una posizione in cui è privo di appoggio e di difesa e lì relegato per mezzo di ripetute e protratte attività mobbizzanti.”

Nel nostro paese l’argomento viene introdotto dallo psicologo del lavoro Haraid Ege che descrive il fenomeno come

“una forma di terrore psicologico sul posto di lavoro, esercitata attraverso comportamenti aggressivi e vessatori ripetuti, da parte dei colleghi o superiori.”

I diversi tipi di Mobbing e le sue fasi

Esistono diverse tipologie di mobbing in funzione della posizione di chi lo compie e di quella di chi lo subisce:

  • mobbing verticale o gerarchico: si verifica quando c’è un abuso lavorativo ai danni di uno o più dipendenti da parte di un diretto superiore. Anche chiamato mobbing superiore, mobbing dall’alto o high mobbing. Il mobbing verticale estremizzato (e premeditato) prende il nome di bossing.
  • Mobbing orizzontale o ambientale: si verifica quando gli atti persecutori sono portati avanti da uno o più colleghi (di pari grado) ed hanno l’obiettivo di screditare un lavoratore mettendo in crisi la sua posizione lavorativa. Anche chiamato mobbing alla pari o face-to-face mobbing.
  • Low mobbing: si verifica quando una parte o la totalità dei dipendenti intraprendono una serie di azioni il cui scopo è quello di ledere la reputazione delle figure dirigenziali dell’azienda.
  • Mobbing strategico: si verifica quando, con premeditazione, si attuano una serie di comportamenti persecutori all’indirizzo di uno o più dipendenti con lo scopo ottenere l’allontanamento del dipendente senza ricorrere al licenziamento in modo da svecchiare il personale, rendere più snelli alcuni reparti o effettuare tagli al personale.

Il mobbing può essere suddiviso in quattro fasi distinte:

  1. primi segnali: fase preliminare in cui si palesano problemi nelle relazioni tra la vittima ed i colleghi o superiori.
  2. Mobbing e stigmatizzazione: il comportamento mobbizzante si manifesta con l’obiettivo di screditare, isolare dal contesto produttivo, dequalificare e demotivare la vittima.
  3. Ufficializzazione: nonostante la denuncia dei torti subiti, la vittima viene colpevolizzata per screditarla ed isolarla.
  4. Allontanamento: la vittima rimane completamente isolata e, nella maggior parte dei casi, sceglie l’allontanamento volontario dal posto di lavoro.

Il mobbing può essere giudicato sia in sede civile sia in sede penale con sostanziali differenze durante la valutazione. In sede civile deve essere valutato il danno (biologico e morale) che può essere stato generato dalle persecuzioni. Per questo motivo gli episodi vanno analizzati nel loro complesso. Nel caso di procedimento penale invece viene studiato ogni singolo episodio per valutarne la rilevanza ai fini del processo.

La legislazione italiana riguardo il mobbing è ancora piuttosto vaga. Non esistono articoli nei codici civile e penale che chiariscano le sanzioni in cui incorre chi attua comportamenti persecutori e mobbizzanti. Tuttavia la maggior parte dei comportamenti raccolti attualmente sotto la voce “mobbing” trovano corrispondenza in numerosi articoli del codice penale.

Ciò che spesso viene trascurato è però il costo sociale ed economico derivante dal mobbing. Da un punto di vista aziendale, la presenza di comportamenti mobbizzanti implica il deterioramento delle dinamiche lavorative e quindi un conseguente aumento dei costi aziendali. Da un punto di vista sociale invece il mobbing comporta il peggioramento dei rapporti interpersonali e familiari e questo si riflette in un aumento notevole dei costi sanitari e previdenziali.

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