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La vita da pendolare tra sogno e realtà

La vita da pendolare

Perdere tempo per recarsi al lavoro quando sei un pendolare è inevitabile. Gran parte dei dipendenti trascorre quotidianamente 45 minuti in macchina o nei mezzi pubblici, minuti persi a leggere libri (anche se farsi una cultura non si può definire propriamente tempo perso), giocare con lo smartphone o a sonnecchiare.

Chiaramente il livello di stress non fa altro che aumentare, soprattutto in caso di sonno arretrato, e non si può far altro che desiderare:

  • una sedia da mettere nella doccia, perché farsela in piedi risulterebbe faticoso;
  • il letto rifatto, per infilarcisi direttamente;
  • la cena pronta, perché farsela dopo il lavoro si rivela una mission impossible;
  • l’albero di Natale, per un benvenuto più caloroso e coccoloso quando apriamo la porta;
  • una torta o del cioccolato, per il buonumore: d’altronde la stanchezza, come anche la tristezza, si alleviano con un bel dolce;
  • una lavatrice tuttofare che lavi, asciughi, stiri e pieghi;
  • la fiaba della buonanotte, come quando si era bambini, per addormentarsi con serenità e senza pensieri;
  • che domani sia festa, per dormire di più e recuperare le ore di sonno arretrato.

Purtroppo questi restano solo dei desideri, molto spesso irrealizzabili. Finché si lavorerà, bisognerà mettersi l’anima in pace e abituarsi alla vita da pendolare.

Fate anche voi questa vita? Come impiegate il tempo sui mezzi? Quali sono gli impegni domestici di cui fareste volentieri a meno una volta rientrati in casa?

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