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La storia della colla dal paleolitico ad oggi

Storia della colla

La colla è uno degli elementi di cancelleria più utilizzati al mondo. Si inizia ad usarla a scuola e si prosegue in ufficio (anche se in quantità decisamente minori). Tuttavia la colla non è soltanto uno strumento utile dietro la scrivania. La comune colla stick infatti ha le stesse origini dei collanti che si utilizzano anche a livello industriale per la produzione e conservazione di ogni genere di oggetto.

La colla inoltre ha origini molto più lontane di quanto si possa immaginare: le prime prove dell’utilizzo di collanti risalgono addirittura al paleolitico! Nelle grotte di Lascaux in Francia gli uomini di Neanderthal che hanno realizzato le celebri incisioni rupestri mischiarono il colore con un materiale collante che ha permesso a queste opere d’arte di arrivare perfettamente integre fino ai giorni nostri.

Gli egiziani utilizzarono diverse tipologie di collanti per tenere insieme parti di mobili e anche per la realizzazione dei papiri. Greci e Romani poi sfruttarono la colla per creare opere d’arte meravigliose, i mosaici, che ancora oggi vengono ammirate da milioni di persone ogni anno.

I mobilifici fanno da sempre grande affidamento sui collanti. Già a partire dal XVI secolo nomi del calibro di Chippendale, Hepplewhite, Phyfe e Sheraton realizzarono le proprie creazioni sfruttando l’incredibile potere adesivo della colla che, in quegli anni, veniva realizzata con scarti animali derivati dai macelli: pelli, zoccoli e altri parti. Questo materiale era di colore marrone, fragile e non resistente all’acqua ma fu l’unico collante utilizzato fino al primo conflitto mondiale.

Proprio durante gli anni della Prima Guerra Mondiale vennero sviluppati collanti realizzati con caseina e nitrocellulosa. Nel 1930 poi lo sviluppo dell’industria chimica e plastica portò allo sviluppo di numerose tipologie di collanti chiamati genericamente “adesivi” o “colle sintetiche”. La Seconda Guerra Mondiale diede grande spinta a questo tipo di industria che riuscì a creare materiali epossidici, neoprene e altro ancora.

Tutti questi elementi non furono tuttavia disponibili al grande pubblico fino al termine della guerra dato che erano una sorta di “segreto militare”. Dal secondo dopoguerra in poi l’industria chimica crebbe notevolmente arrivando a sviluppare collanti altamente specializzati e colle resistenti all’acqua realizzati anche per applicazioni particolari come per l’industria aerospaziale.

Il processo di realizzazione delle colle, a meno di piccole variazioni, prevede le stesse operazioni per la realizzazione delle cosiddette “bone glue”, “hide glue” e “fish glue” (ovvero i collanti realizzati con ossa, pelli oppure scarti di pesce):

  1. I materiali primari vengono lavati in modo da rimuovere le impurità.
  2. Vengono poi eseguiti bagni in vasche di acqua e calce per consentire al materiale di gonfiarsi.
  3. Il materiale così ottenuto viene lavato per eliminare i residui di calce, asciugato e bollito a temperatura costante e pressioni elevate.
  4. Una volta raffreddato, il materiale risulta gelatinoso e per rimuovere le impurità vengono utilizzati prodotti chimici specifici.
  5. Additivi vengono utilizzati per rendere la colla marrone, bianca o trasparente.
  6. La colla risulta liquida e viene passata in evaporatori per renderla, se necessario, più solida.

Ma per quanto riguarda la colla stick? Questo modello fu lanciato dall’azienda tedesca Henkel nel 1969 che, per la realizzazione del meccanismo si ispirò al rossetto. Successivamente anche altre aziende iniziarono a distribuire questa tipologia di prodotto, come la UHU.

Dal 2001 lo stick di colla viene venduto in 130 paesi in tutto il mondo e dal momento della sua commercializzazione ne sono stati venduti ben 2,5 miliardi: abbastanza per realizzare una striscia di colla dalla Terra a Marte e tornare indietro!

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