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La differenza tra avere un lavoro e… lavorare

Avere un lavoro” non significa, per forza di cose, “lavorare“: a chiunque è capitato di avere un vicino di scrivania tanto simpatico, ma con voglia di fare pari a zero. Insomma, i fannulloni rappresentano purtroppo una componente caratteristica di ogni ufficio: ci sarà un motivo se è proprio durante gli orari di lavoro che viene canalizzato il 70% del traffico internet sui siti pornografici o se tra le nove del mattino e le cinque del pomeriggio si registra il 60% degli acquisti online, no?

Il caso di Corinne Maier

D’altro canto, la quota di chi non si fa problemi ad ammettere di “non lavorare al lavoro” sembra espandersi sempre di più. Basti pensare al caso di Corinne Maier, autrice del libro “Buongiorno pigrizia”, che le ha fatto perdere il lavoro. Secondo la Maier, i principi che regolano il lavoro d’ufficio e i suoi meccanismi non sono mai stati compresi fino in fondo dalle scienze sociali: si tratterebbe, in sostanza, di una realtà ancora oscura, anche perché i professori universitari che trattano l’argomento nella maggior parte dei casi non hanno mai lavorato in ufficio.

Maier, che prima di diventare scrittrice è stata un’impiegata presso Electricité de France, sostiene che il lavoro sia più una rappresentazione che non un’attività concreta, e che più del prodotto ad essere importante è l’immagine. Curioso, poi, notare che in francese la parola “lavoro” si dica “travail”, termine che deriva da uno strumento di tortura usato nell’antichità.

La filosofia di Scott Adams

Altro testimonial d’eccellenza della differenza tra avere un lavoro e lavorare è Scott Adams, cioè il padre del fumetto Dilbert, nel quale – senza mezzi termini – a essere contestato è il rapporto tra lavoro e produttività, ma anche quello tra lavoro e razionalità. In parole povere: stare in ufficio ha senso? Secondo l’ironico e pungente Adams, la più corretta definizione di lavorare corrisponde a fare tutto quel che non si vorrebbe fare. Il fumettista, che è stato impiegato per più di quindici anni presso la Crocker National Bank ma che è stato anche un dipendente della Pacific Bell (una compagnia telefonica della California), ritiene che la via più efficace per fare carriera preveda di apparire un elemento importante anche se in effetti non lo si è.

Sulla differenza tra lavorare e avere un lavoro si basa anche la sit-com Camera Cafè, nata in Francia ed importata con grande successo in Italia, dove è stata trasmessa da Italia 1: basti pensare che la serie, ambientata in un ufficio, prevedeva come unico scenario il locale in cui era presente la macchinetta del caffè!

Dunque, ne è passato di tempo da quando, all’inizio degli anni Dieci del Novecento, Frederick W. Taylor, fondatore della scienza del management e padre del taylorismo, sosteneva che la peggiore disgrazia per la Gran Bretagna e per gli Stati Uniti fosse rappresentata dall’evasione del lavoro.

Chi ha un collega con poca voglia di lavorare potrebbe prendersela con lui o provare ad imitarlo. Certo, il rischio è che la produttività diminuisca e che il rendimento globale cali… o forse no?

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