ufficio.eu

l'ufficio visto con i tuoi occhi

Categorie

I diritti in ufficio per gravidanza e maternità

Diritti in ufficio per gravidanza e maternità

Quali sono i diritti in ufficio per una donna che deve affrontare una gravidanza e, di conseguenza, una maternità?

L’articolo 2110 del Codice Civile stabilisce che alla dipendente in stato di gravidanza è dovuta la retribuzione, o comunque un’indennità sostitutiva per il periodo durante il quale dovrà assentarsi dall’ufficio. Le donne lavoratrici possono usufruire, poi, del diritto al congedo di maternità, in base al quale è possibile assentarsi dal posto di lavoro per un periodo massimo di cinque mesi, che può andare da un mese prima a quattro mesi dopo il parto o da due mesi prima a tre mesi dopo il parto. Nel caso in cui il bambino nasca prematuro, e quindi in anticipo rispetto alla data prevista, è facoltà della donna rimanere a casa anche per il numero di giorni di cui non ha usufruito durante la gravidanza.

Affinché una donna possa godere del congedo di maternità, è tenuta a presentare al datore di lavoro, entro trenta giorni dal parto, il certificato di nascita del bambino. La lavoratrice ha diritto all’80% dello stipendio, anche se alcuni contratti di lavoro possono prevedere un’integrazione fino allo stipendio completo, al 100%. Il periodo di assenza viene calcolato sia per il computo delle ferie e della tredicesima, sia come anzianità di servizio. In aggiunta al congedo di maternità, la donna ha la facoltà, se ritiene di averne bisogno, di chiedere dei permessi e delle ferie in più.

Per quel che riguarda i trattamenti contributivi, i periodi di congedo per la maternità – che siano regolari, anticipati, posticipati, flessibili o di qualsiasi altro tipo – vengono accreditati con riferimento alla media delle retribuzioni che vengono percepite nell’anno solare. Per ottenere l’accredito della contribuzione figurativa, è necessario presentare una domanda specifica: non ci sono scadenze o termini da rispettare ma, ovviamente, è opportuno e consigliabile conservare la documentazione relativa. In diversi casi, è lo stesso datore di lavoro a spedire all’INPS i documenti necessari: per questo motivo è necessario controllare il CUD riguardante l’anno o gli anni relativi alla maternità, e inoltre verificare l’estratto conto relativo alla propria posizione assicurativa.

Per tutto il primo anno di vita del bambino, la mamma lavoratrice ha facoltà di usufruire di riposi giornalieri: in presenza di un orario di più di sei ore, i riposi sono due, e possono essere cumulati nel corso della giornata; in presenza di un orario di meno di sei ore, il riposo è uno solo. Il riposo dura un’ora, a meno che la mamma non mandi il bambino in una struttura istituita dall’azienda o in un asilo nido nelle vicinanze immediate: in questo caso, dura solo mezz’ora.

Tanto dal punto di vista previdenziale quanto dal punto di vista della retribuzione, i riposi devono essere considerati parte integrante del consueto orario di lavoro.

Come si può vedere, dunque, i diritti in ufficio di donne incinte e mamme lavoratrici sono tutelati dalla legge, anche in virtù del Decreto Legislativo numero 151 del 2001, il cosiddetto Testo Unico sulla maternità, che è il riferimento normativo riguardante questa materia.

Lascia un commento

Tutti i campi sono obbligatori.
L'indirizzo email non verrà pubblicato