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Classificazione delle matite: tipologie e durezza delle mine

Classificazione delle matite

Dopo aver visto come nascono le matite vediamo la classificazione delle matite e in base a quali caratteristiche si differenziano.

È però doveroso fare un breve preambolo per spiegare in modo chiaro qual è il principio di funzionamento di una matita. Una matita scrive a causa dell’attrito che si genera tra la punta e la superficie su cui si sta scrivendo. Questo è il motivo per cui su superfici particolarmente lisce la matita lascia un tratto tenue mentre su superfici più ruvide (come un comune foglio di carta) il tratto è più marcato.

La durezza delle mine

Il tipo di linea lasciato dalla matita dipende dalla durezza della mina. Le gradazioni sono indicate da un codice alfanumerico composto come segue:

  • una prima classificazione in cui vengono utilizzate le lettere da partendo da EE (mina morbidissima), passando da B (Black: mina tenera), F (Firm: mina di durezza intermedia) e arrivando ad H (Hard: mina di durezza elevata).
  • una seconda scala utilizza numeri da 1 (mina più morbida) a 9 (mina più dura).

La scala complessiva che si ottiene è la seguente (dalla meno dura alla più dura):
EE, EB, 6B, 5B, 4B, 3B, 2B, B, HB, F, H, 2H, 3H, 4H, 5H, 6H, 7H, 8H, 9H

In base alla durezza la mina della matita si consuma più o meno velocemente e per questo deve essere appuntita (grazie ad un temperamatite). Questa operazione non è da sottovalutare perché una punta troppo corta necessiterebbe di nuove “temperate” più spesso mentre una punta troppo lunga risulterebbe troppo fragile e quindi rischierebbe di rompersi con più facilità.

Le tipologie di matite

Un’ulteriore classificazione delle matite può avvenire in base alle tipologie, differenti in funzione dell’utilizzo che se ne deve fare:

  • matite magnetiche: polvere di ferrite e ferro mescolati con sostanze collanti;
  • matite luterizzanti: impiegate in chirurgia;
  • matite vetrografiche: con mine a base di cere e sostanze adesive;
  • matite per sarti: cilindri o tavolette di talco (o steatite) miscelate con sostanze leganti e successivamente compresse;
  • matite per stenografi: molto scorrevoli in modo da lasciare un segno netto e preciso indispensabile in stenografia;
  • matite per falegnami: di durezza elevata e di sezione rettangolare/ovale;
  • matite per marmisti/muratori: in unica gradazione (durezza elevatissima) simili a quelle per falegnami;
  • matite per lavagne: steatite e creta miscelate a colori di origine minerale;
  • matite colorate: con mina contenente pigmenti colorati (spesso chiamate erroneamente pastelli);
  • matite per trucco: utilizzate prevalentemente per il trucco degli occhi.

E voi quali tipi di matite avete utilizzato nella vostra vita?

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Commenti

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  3. Giliola Monti

    Ho usato da sempre le mine 0.9 HB Super polymer tappo arancio.

    Ora non ci sono più e, al loro posto, ho acquistato le 1.0 HB Super polymer sempre tappo arancio.

    Rispetto alle prime, mi sembrano più dure e mi pare scorrano meno dolcemente sul foglio. Sono per caso cambiate nella durezza ?