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Le allergie in ufficio non vanno trascurate!

Allergie in ufficio

Le allergie in ufficio, in particolare negli ambienti chiusi, sono più diffuse di quel che si possa immaginare. Potenzialmente infatti le cause che le possono scatenare sono molto numerose: dai tendaggi all’umidità, dalle poltroncine in tessuto alla moquette.

I nemici che potrebbero rivelarsi pericolosi sono diversi, senza dimenticare – ovviamente – la polvere e gli impianti di condizionamento, che in molti casi sono meno controllati di quel che si dovrebbe, con conseguenze facili da immaginare. Non va sottovalutato, poi, il fatto che anche una densità eccessiva di persone in una stanza può essere causa di allergie.

La rinite allergica persistente, in particolare, è il nemico a cui è bene prestare la massima attenzione, anche perché in molti casi non si è neppure consapevoli di soffrirne. Si tratta di un disturbo che si manifesta per non meno di quattro giorni alla settimana, e che si presenta attraverso la sensazione di avere il naso chiuso. Una sensazione che, a dir la verità, è molto comune e che proprio per questo viene considerata normale o comunque trascurata. Questo è un errore!

Tutte le allergie in ufficio e sul posto di lavoro meritano di essere affrontate, anche perché c’è il pericolo che dalla rinite derivi la possibilità di sviluppare un’asma bronchiale.

Il problema è che molte persone non considerano le allergie come malattie croniche, che, in quanto tali, richiedono dei trattamenti ad hoc.

Un ruolo molto prezioso da questo punto di vista è quello che viene svolto dai medici, i quali sono chiamati in causa non solo per identificare le origini dei sintomi, ma anche per segnalare la terapia di cui c’è bisogno per combattere le allergie in ufficio.

In più, c’è la necessità di favorire una consapevolezza maggiore a proposito del ruolo che l’ambiente ricopre sul piano delle genesi delle patologie di questo genere.

Abbattere le barriere allergologiche dovrebbe essere una priorità per coloro che hanno la responsabilità di gestire gli ambienti di lavoro e gli uffici, ma il problema in molti casi è proprio questo. Le aziende solo di rado mettono in pratica delle iniziative o delle misure finalizzate al contenimento delle problematiche che possono far scaturire le allergie negli spazi chiusi.

Il riferimento normativo in materia, per altro, al momento è piuttosto carente, in quanto non ci sono dispositivi di legge che costringano ad arredare gli uffici senza ricorrere ai tappeti, alle moquette, ai divani imbottiti, alle poltroncine o ai tendaggi: insomma, tutti quegli arredi che per i soggetti allergici sono nemici da cui stare alla larga.

I dati, in conclusione, sono piuttosto allarmanti, se è vero che, come segnalato qualche anno fa sul Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia da Angelo Mario Cirla, un terzo della popolazione lavorativa oggi deve essere ritenuta non normale sotto il profilo immunoallergico, per esposizioni lavorative precedenti o per altre situazioni.

Gli uffici sono frequentati per almeno un terzo della giornata: questo è un presupposto da cui non si può mai prescindere per ricordare i pericoli di una costante esposizione agli stimoli allergenici.

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